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lunedì 3 ottobre 2011

Impianti a BIOMASSA


In questa sede vogliamo spendere due parole per descrivere in modo generico una tipologia di impianti che in questo periodo stanno acquistando sempre maggiore attualità.
Stiamo parlando degli impianti cosiddetti a "biomassa".
Intanto riportiamo da Wikipedia una descrizione generale per capire che cosa rientra in questo termine.

Il termine biomassa è stato introdotto per indicare tutti quei materiali di origine animale e anche vegetale che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione e sono utilizzati per la produzione di energia
Pertanto tutti i combustibili fossili (petroliocarbonemetano, ecc..) non possono essere considerati come biomassa. Le biomasse rientrano fra le fonti rinnovabili in quanto la CO2 emessa per la produzione di energia non rappresenta un incremento dell’anidride carbonica presente nell’ambiente, ma è la medesima che le piante hanno prima assorbito per svilupparsi e che alla morte di esse tornerebbe nell’atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica. 
L’utilizzo delle biomasse quindi accelera il ritorno della CO2 in atmosfera rendendola nuovamente disponibile alle piante. Sostanzialmente queste emissioni rientrano nel normale ciclo del carbonio e sono in equilibrio fra CO2 emessa e assorbita. La differenza con i combustibili fossili è pertanto molto profonda: il carbonio immesso in atmosfera è carbonio fissato nel sottosuolo che non rientra più nel ciclo del carbonio, ma nel terreno è fissato stabilmente. In questo caso si va a rilasciare in atmosfera vera e propria “nuova” CO2
Il termine biomassa è altresì utilizzato per descrivere la produzione di energia in impianti appositi: impianti a biomassa. La valorizzazione energetica dei materiali organici contribuisce alla produzione di energia termica e con impianti di medie o grosse dimensioni può produrre anche energia elettrica, contribuendo a limitare le emissioni di anidride carbonica e quindi ad assolvere gli impegni del Protocollo di Kyoto.


In altri termini: la combustione di queste sostanze (le biomasse) è equiparabile a un comune processo biologico in quanto  lo sviluppo di anidride carbonica (CO2) non è eccessivo. La quantità emessa non produce incrementi significativi alle quantità emesse dagli organismi viventi animali e dalle piante durante il loro ciclo vitale.

Al contrario: le sostanze  che hanno subito un processo di fossilizzazione (e i loro derivati), a causa di lente trasformazioni chimiche nel sottosuolo (o di processi umani industriali), sono in grado di sviluppare, e sviluppano durante la combustione, una quantità di CO2 che ormai è scientificamente provato che determini un inquinamento dannoso nell'atmosfera.




Tra questi particolari combustibili, detti appunto "biomasse",  vi sono varie sottotipologie, ricordiamone alcune:



  • Biomassa forestale
  • Agroenergie
  • Biocarburanti
  • Biocombustibili per la produzione di energia elettrica
  • Biogas

nella prima categoria rientrano i combustibili più comuni che, solitamente, alimentano: 
  • Caldaie a tronchetti di legna
  • Caldaie a pellet
  • Termocaminetti ad aria o ad acqua
  • Caldaie a cippato
Il cippato è legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri ad un paio centimetri.  Viene prodotto a partire da tronchi e ramaglie attraverso la cippatrice.


Come possiamo osservare si tratta, in questi ultimi casi, prevalentemente di combustibili che vengono definiti dalla normativa che ci riguarda, ai fini degli obblighi da osservare, "solidi non polverizzati".


Equiparato ad essi è il combustibile da sansa





















COMBUSTIBILE DA SANSA

In base all'ultimo D.Lgs n. 152 del 3/04/06 ed al d.p.c.m. 8/10/04  il nocciolino di sansa d'oliva  è considerato biomassa combustibile in quanto materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli.  



Esistono due tipi di nocciolino di sansa di olive:

  • nocciolino di sansa disoleata esausta derivato dalla polverizzazione della sansa esausta (viene ottenuto nei sansifici)
  • nocciolino di sansa disoleata vergine derivato dalla estrazione del nocciolo della sansa vergine (viene ottenuto nei frantoi oleari)



ll nocciolino di sansa è: ecologico, economico, sempre disponibile in abbondanza durante il periodo invernale (la lavorazione delle olive avviene da ottobre-marzo) ed è un combustibile che, oltre ad avere un più alto rendimento calorico, riduce notevolmente la produzione di fumi e cenere, garantendo al contempo una più lunga vita delle caldaie ed una minore manutenzione delle stesse
 Nelle migliori condizioni di utilizzo può garantire un risparmio di costi pari alla metà di quanto  viene speso per i pellet.

Vediamo un raffronto indicativo dei poteri calorifici:


Detto ciò, rispetto alle precedenti edizioni della normativa, in vigore particolarmente tra gli anni 80 e il 2005, gli impianti ad acqua calda che rientrano in TUTTE queste tipologie sono OGGI soggetti ad una serie di ulteriori obblighi tecnici ed amministrativi, per i quali si raccomanda un opportuno aggiornamento a coloro che, operando in questo settore, ancora non l'avessero fatto.

Per agevolare tali operatori di settore in questo lavoro si è provveduto ad elaborare una sorta di Modulo/Guida da compilare a cura del progettista e del costruttore secondo quanto contenuto in questo link: